Sofia è una giovane donna timida e leggermente impacciata, ha però sempre dimostrato grande potenziale sia negli studi che sul lavoro. È appena stata assunta in un grande studio di architettura dove desiderava entrare da tempo. Purtroppo, recentemente, c’è stato un evento che le ha scatenato un attacco di cistite davvero inopportuno. Ecco com’è andata.
Quanti anni hai?
27
Dove abiti?
Sono di Bologna, ma mi sono appena trasferita a Milano per lavoro.
Avevi mai sofferto di cistite prima d’ora?
Mai. Conoscevo il disturbo perché ne ha sempre sofferto mia sorella. Povera, non le ho mai dato molto retta, solo adesso, che conosco la sensazione assolutamente sgradevole causata dall’infiammazione, ho capito cosa prova tutte le volte che cade vittima di un attacco.
Cos’è successo esattamente?
Come anticipato prima, mi sono trasferita da poco a Milano perché sono stata assunta in un grande studio di architettura. Sono felicissima perché era il mio sogno da mesi. Sicuramente le infinite novità e lo stress del trasloco, hanno creato le basi su cui si sono accumulati ulteriore sovraffaticamento e ansia da prestazione. Sono una persona molto timida, ma estremamente ambiziosa e quindi ci tengo davvero a dimostrare di essere competente e valida.
Ero arrivata da pochi giorni, ma fin da subito sono dovuta entrare nel vivo del progetto a cui stiamo lavorando. Anzi, solo dopo poche settimane mi è stato affidato l’ònere e onóre di esporre il discorso introduttivo sul nostro lavoro alla riunione mensile di studio. Avrei dovuto parlare davanti a tutti: stagisti, dipendenti e capi. Ahimè, non sono mai stata abile a parlare in pubblico e l’attesa di questo evento mi ha agitato molto; a tal punto da innescarmi questo primo fastidiosissimo e inopportuno attacco di cistite proprio la notte prima del grande giorno.
Dinamiche delle giornate subito precedenti l’attacco?
Era qualche giorno ormai che sapevo di dover affrontare questa prova per me difficilissima. La sera mi esercitavo a parlare ad alta voce davanti allo specchio, ma mi sentivo a disagio già solo con me stessa, figuriamoci come sarebbe dovuto essere parlare davanti a 30 persone. Le poche ore di sonno hanno fatto sì che avessi affrontato la settimana con una stanchezza esagerata. Il lavoro, molto impegnativo e demanding, mi ha assorbita totalmente; ho mangiato e soprattutto bevuto pochissimo. Sono andata avanti a caffè e ingurgitando alla velocità della luce panini al salame, i miei preferiti.
Insomma, sono consapevole del fatto che questa panoramica non sia stata proprio il miglior preambolo da cui partire per affrontare serenamente la paura di dover parlare in pubblico. Infatti sono stata punita per le mie disattenzioni e la notte prima dell’assemblea me la ricorderò per parecchio tempo.
Come hai reagito quella notte?
Come le precedenti, anche quella sera non avevo curato né l’alimentazione né l’idratazione. Sono arrivata a casa stravolta e mi sono finita la piadina che avevo in frigorifero sorseggiando un bicchiere di vino rosso sperando mi calmasse i nervi.
Ho ripetuto molte volte il discorso davanti allo specchio, ma non ero assolutamente soddisfatta del risultato. Mi sentivo impacciata e sgraziata, ma peggio ancora, poco interessante.
Sconsolata, avevo deciso di buttarmi a letto senza nemmeno farmi una doccia, mi sarei sistemata bene l’indomani mattina.
D’improvviso verso le quattro di notte, dopo tre ore di sonno leggerissimo, mi sono dovuta alzare a causa di una strana sensazione. Avevo urgenza di andare a fare pipì, ma al contempo sentivo una pressione alla vescica sconosciuta e pungente. Provando un bruciore intenso durante la minzione, capii subito che questa volta la cistite aveva preso di mira me.
Non mi restò altra scelta che disturbare mia sorella nel cuore della notte per farmi dare alcuni consigli. Non potevo non presentarmi all’assemblea la mattina seguente, quindi avevo riposto grande fiducia nella sua esperienza. Mi disse di prendere immediatamente un antidolorifico e di rilassarmi sotto una doccia calda puntando il getto su vulva e pube. Inoltre mi esortò a bere molta acqua sorseggiando con calma.
Presi un secondo antidolorifico anche la mattina prima di uscire di casa così da poter affrontare la riunione solo con un leggero fastidio. Andò tutto bene, mi fecero addirittura i complimenti per gli spunti e il discorso, forse perché il mio problema non era più dover parlare in pubblico, ma risolvere la mia cistite. Mia sorella si rivelò essere di grande aiuto consigliandomi di prendere quel famoso monosaccaride estratto da betulla e larice che le aveva fatto così bene l’anno prima, ovvero il D-Mannosio.
Dall’urinocultura risultava che nelle mie urine era presente il battere Escherichia Coli contro cui per fortuna il D-Mannosio è particolarmente efficace.
Sembra quasi ci sia una morale?
Sì, davvero. Come scriveva Giovenale ciò che conta è “mens sana in corpore sano”. Il resto poi si aggiusta via via. E credere in sé stessi ogni tanto non guasta.