Lisa è una psicologa e non è lei a soffrire di cistite in prima persona, bensì alcune sue pazienti. Ad oggi, nel corso della sua carriera lavorativa, ha assistito e ascoltato tre donne che soffrivano di cistite. Ognuna di esse aveva la sua storia e si era recata da lei per problematiche psicologiche leggermente differenti.
Il primo caso: cistite interstiziale
Lisa, una donna dalla fisicità generosa e dal viso accogliente e buono, ha sempre avuto il dono dell’ascolto. Anche da ragazzina cercava di immedesimarsi nelle sue amiche per poterle aiutare al meglio con le loro problematiche familiari, amorose o esistenziali in generale. Diventare psicologa è stato un percorso naturale che l’ha portata ad aiutare le persone proprio ascoltandole.
Durante la sua carriera le è capitato di seguire tre pazienti affette da cistite, e assisterle non è stato facile. La prima, il caso più complesso, si chiamava Cecilia, doveva affrontare la cronicità della sua condizione; soffriva di cistite interstiziale ovvero un’infiammazione cronica non infettiva della vescica che genera dolore sovrapubico, pelvico e addominale. La diagnosi è data dall’anamnesi e dall’esclusione di altre malattie sia clinicamente che mediante cistoscopia e biopsia. Purtroppo si tratta di una condizione patologica non sempre associata a una causa facilmente identificabile ecco perché prima di scoprire il suo male, Cecilia si era sentita addirittura dire che la sua condizione era dovuta solo a un problema di testa. All’inizio il perenne dolore e l’incognita di cosa fosse, quindi l’impossibilità di curarlo, la facevano letteralmente impazzire. Decise così di andare dalla psicologa per ricevere appoggio morale visto che nessun medico l’aveva potuta aiutare dal punto di vista fisico. Insieme a Lisa affrontò un percorso che le fece prendere consapevolezza del suo corpo. Questo cammino insieme alla tanto attesa diagnosi – che arrivò dopo più di un anno – le permise di imparare a convivere con la malattia, cercando di fare a meno di tutto quello che poteva aumentare il dolore.
Il secondo caso: cistite e amore
La seconda ragazza che era andata da Lisa, sempre per problemi legati a infiammazioni e infezioni del tratto urinario, si chiamava Vittoria. Aveva grandi difficoltà con il partner causate dai continui attacchi di cistite che le impedivano una serena vita amorosa. Troppo spesso il giorno dopo avere avuto rapporti si ritrovava nella stessa situazione di dolore e sofferenza. La cistite post coitale, detta anche cistite da luna di miele, le stava rovinando la storia d’amore più importante della sua vita. Accadeva che Vittoria preferisse astenersi da qualsiasi rapporto sessuale con il suo fidanzato pur di non rischiare di provare quel dolore pelvico così debilitante e il bruciore connesso al bisogno impellente e continuo di urinare. Il fatto di condividere con Lisa la sua storia la aiutò molto anche nella gestione del rapporto con il suo fidanzato. Esternando le emozioni e le paure che non era mai riuscita a raccontargli per vergogna o per timore di non essere capita, lo sensibilizzò e questo li avvicinò più di prima. Lui, innamorato di Vittoria, aveva a cuore il suo benessere e così, affrontarono il problema insieme. Per Vittoria, già solo il fatto di aver coinvolto il suo fidanzato e aver ricevuto una risposta così partecipativa e affettuosa da parte sua, fu terapeutico.
Il terzo caso: cistite e viaggi
La terza paziente era una donna di pressappoco cinquant’anni che aveva perso la voglia di muoversi e di viaggiare a causa del terrore di poter contrarre un’infezione delle vie urinarie. Margherita aveva due figli ormai grandi, era separata e la sua grande passione è sempre stata quella di scoprire gli angoli più remoti del globo. In viaggio però, si sa, le condizioni non sono quasi mai le stesse di casa. Dal punto di vista igienico o culinario, si rischia di non trovare ciò di cui il nostro fisico necessita. Margherita aveva viaggiato tanto e proprio adesso che avrebbe potuto muoversi spesso, con i figli più che ventenni e libera da qualsiasi legame amoroso, si ritrovava paralizzata per paura di soffrire di cistite lontana da casa. Le era capitato in India e ultimamente anche in Marocco e il disagio enorme di trovarsi sofferente e lontana dalla sua comfort zone non le permetteva di prenotarsi una vacanza in spensieratezza.
Decise di affrontare il problema con Lisa che ormai, dopo Cecilia e Vittoria – trattando la problematica da diverso tempo – fu in grado di seguirla nel migliore dei modi.
Anzi, oltre che aiutarla dal punto di vista psicologico, poiché i suoi attacchi erano palesemente collegati a irritazione, infiammazione e batteri intestinali, le consigliò addirittura di prepararsi fisicamente ai viaggi. Come? Assumendo, per esempio, prima e durante, il D-Mannosio, lo zucchero estratto da betulla e larice alleato di chi soffre di cistite. Questo si rivelò essere un preziosissimo consiglio che letteralmente la salvò. Il D-Mannosio, mantenendo la vescica pulita, le permetteva di viaggiare con serenità.