Maddalena è di Milano, ma vive ormai da 10 anni a Monaco di Baviera, ha studiato lì all’Accademia d’arte e oggi è scultrice. L’altra notte Maddalena ha vissuto un’esperienza che ricorderà per molto tempo. La sera, come sempre, ha portato fuori il suo cane e senza avvertire alcun sintomo è andata a dormire. All’alba però si è svegliata all’improvviso dal dolore e si è spaventata molto perché non ha riconosciuto una cistite emorragica.
Quanti anni hai?
28
Dove abiti?
A Monaco di Baviera
Cominciamo dal tuo racconto. Puoi condividere cosa è successo quella notte?
Certo, buongiorno. Quella notte è iniziata come qualsiasi altra, senza alcuna avvisaglia di quello che poi sarebbe successo. Sono una ragazza che ha sempre vissuto la sua vita senza particolari problemi legati alla salute intima, ma qualche settimana fa, improvvisamente quando ancora non era sorto il sole, mi sono svegliata a causa di un terribile dolore al basso ventre. Era diverso da qualsiasi disagio che avessi mai provato prima, ho sentito l’urgenza pungente di urinare, ma la sorpresa è stata scoprire che la mia urina era completamente rossa. Tra il dolore e il sangue – e forse anche perché vivo da sola – mi sono spaventata molto. La paura ha preso il sopravvento perché non riuscivo a riconoscere cosa avessi.
Puoi raccontarci di più sulla tua esperienza con la cistite emorragica?
Certamente. Inizialmente, come spiegavo, ho avuto difficoltà a comprendere cosa stesse succedendo. Il dolore era acuto e persistente, accompagnato da una sensazione di bruciore durante la minzione. La novità del sintomo ha alimentato la mia preoccupazione. Ho cercato di mantenere la calma, ma l’ansia era palpabile. Ho contattato immediatamente mia mamma che, vivendo a Milano e ricevendo una telefonata in piena notte, si è spaventata tantissimo. Le ho spiegato l’accaduto e mi ha consigliato di fare una doccia calda e di iniziare a bere molto perché i sintomi descritti le facevano venire in mente un attacco di cistite. Il caso vuole che mia sorella ne avesse sofferto e purtroppo ne soffra tutt’ora molto spesso e quindi lei era abituata alla descrizione del mio dolore. La differenza era il sangue, perché a mia sorella non è mai venuta la cistite emorragica. Era quel particolare ad agitare anche mia mamma. In realtà la cistite si riferisce all’infiammazione della vescica, spesso causata da un’infezione batterica. La cistite emorragica è solo una variante della cistite in cui si verifica sanguinamento all’interno della vescica.
Quali sono stati i passi successivi?
La mattina dopo ho prenotato immediatamente una visita dal medico di base che ha raccolto le mie urine e mi ha fatto gli esami del sangue. Qui in Germania per fortuna prima di mandare le provette in laboratorio fanno un rapido test già in studio. È risultato subito evidente che avessi la cistite e così il medico mi ha prescritto un trattamento mirato.
Cosa consiglieresti a chiunque si trovi nella tua stessa situazione?
Ascoltare attentamente i sintomi perché quelli della cistite sono abbastanza tipici. Bruciore pungente durante la minzione, dolore acuto al basso ventre, malessere generale e in caso sangue nelle urine sono chiari segnali che si tratta molto probabilmente di un attacco di cistite.
La cistite emorragica può essere spaventosa, ma è gestibile con il giusto trattamento. Inoltre, è importante mantenere un dialogo aperto con il medico e seguire attentamente le indicazioni fornite. Spero che la mia esperienza possa sensibilizzare sulla necessità di affrontare tempestivamente questa infiammazione e di cercare il supporto necessario. Inoltre, come vi accennavo poco fa, mia sorella ha sempre sofferto di cistite, ad anni o mesi alterni, e un suo consiglio è stato molto prezioso: assumere il D-mannosio. Si tratta di un integratore alimentare molto efficace nel combattere le infezioni delle vie urinarie. Nello specifico è uno zucchero semplice estratto dal legno della betulla e del larice ed è un rimedio naturale particolarmente consigliato sia come integrazione delle terapie antibiotiche sia come cura e prevenzione della cistite recidiva. Non viene accumulato nel fegato o in altri organi, né viene utilizzato dall’organismo. Una volta assunto, raggiunge la vescica e viene eliminato con le urine portando con sé i batteri presenti in vescica.