Quando si manifestano i primi sintomi di un’infiammazione delle vie urinarie è opportuno consultare il prima possibile un medico. Ma come si esegue un’efficace diagnosi della cistite? E in quali forme si può manifestare questa malattia? Analizziamo quali passaggi sono consigliati.
Quali esami fare per diagnosticare la cistite
Per avere delle indicazioni iniziali e scoprire se si è affetti da cistite cronica, batterica, interstiziale o di altro tipo, il medico si basa sull’analisi dei sintomi quali: bruciore quando si urina, difficoltà nella minzione, senso di incompleto svuotamento, dolore alla vescica.
In seguito, per approfondire la questione e ottenere una precisa diagnosi della cistite, è fondamentale eseguire un esame specifico delle urine con urinocoltura al fine di determinare un’effettiva infezione delle vie urinarie e per escludere, ad esempio, una cistite non batterica.
Per giungere ad una diagnosi precisa di questo disturbo è necessaria un’analisi clinica che possa identificare determinati parametri:
- il livello di contaminazione batterica della vescica;
- il numero di globuli bianchi;
- la presenza di sangue nelle urine;
- la concentrazione di nitriti;
- l’aumento del ph.
Se viene rilevata un’elevata concentrazione di batteri, si procede con l’antibiogramma, ovvero un esame specifico che valuta la resistenza e la sensibilità di un determinato microrganismo all’antibiotico.
In quali forme si manifesta la cistite?
Esistono infatti diverse forme di questa patologia, che differiscono principalmente per cause e durata, mentre i sintomi restano più o meno sempre gli stessi.
Di seguito elenchiamo i tipi di cistite maggiormente diffusi.
Cistite batterica
La maggior parte delle cistiti è dovuta a un’infezione di origine batterica. Nello specifico, nell’80% dei casi il responsabile è l’Escherichia coli, microrganismo di origine intestinale.
Ci sono anche altri batteri tipici della flora intestinale che, trovando una situazione immunologica a loro favorevole, riescono a risalire il tratto urinario e raggiungere la vescica provocando un’infiammazione.
Questi possono essere:
- proteus mirabilis;
- streptococcus agalactia;
- klebsiella pneumoniae;
- staphylococcus saprophyticus.
Altri patogeni che possono causare questa infezione sono:
- enterococchi;
- streptococcus fecalis;
- stafilococco epidermis.
Questa forma di cistite, che può essere considerata la più diffusa, può manifestarsi anche in forma acuta, cioè con sintomi dolorosi molto amplificati e in alcuni casi con febbre e sangue nelle urine.
Ricordiamo che in questi casi è fondamentale sentire immediatamente il parere del medico.
Per la cura della cistite batterica si può ricorrere all’uso di Mannocist-D, un dispositivo medico a base di D-Mannosio.
Cistite cronica
La cistite cronica è un’infiammazione costante della mucosa vescicale causata da un’infezione del basso tratto urinario. Per essere definita cronica, i sintomi devono manifestarsi almeno 3 volte in un anno.
Anche in questo caso, le più colpite sono le donne, con una percentuale di incidenza del 27-40% tra i pazienti affetti da cistiti acute.
Altre cause possono essere un’inefficienza del sistema immunitario, scarsa igiene intima, l’uso di spermicidi e una predisposizione genetica.
I sintomi della cistite cronica sono molto simili a quelli della cistite batterica:
- dolore vescicale;
- bruciore durante la minzione;
- pollachiuria (bisogno frequente di urinare);
- rapporti sessuali dolorosi.
In alcuni e limitati casi, inoltre, si possono verificare fenomeni di cistite cronica con presenza di sangue e un cattivo odore delle urine.
Cistite interstiziale
Il nome di questa patologia, Cistite Interstiziale, trae in inganno, perché si associa immediatamente alla classica cistite di origine batterica, inducendo a pensare che le cause e le cure possano essere le medesime.
In realtà si tratta di un disturbo completamente diverso, tanto che la comunità scientifica ha ritenuto opportuno modificarne il nome in Sindrome Dolorosa della Vescica.
Anche se i sintomi sono molto simili a quelli della cistite batterica, ad un’attenta analisi microbiologica dell’urinocoltura non risultano infezioni tali da riuscire a diagnosticare con semplicità la patologia.
Per questo motivo in molti casi i pazienti affetti da Sindrome Dolorosa della Vescica impiegano dai 5 ai 7 anni per ottenere delle risposte esaustive e delle terapie efficaci.
Si tratta di un disturbo particolarmente invalidante, perché comporta un’infiammazione cronica della parete vescicale e un conseguente dolore delle zone addominale e lombo sacrale, che giunge in alcuni casi anche agli arti inferiori.
Il motivo per cui un paziente è affetto da cistite interstiziale al momento non è conosciuto; le principali ipotesi la fanno derivare da:
- disfunzioni autoimmuni;
- malattie vascolari;
- infezioni sconosciute;
- alterazioni neurologiche.
Per questa particolare patologia è fortemente consigliato farsi aiutare da un bravo urologo e seguire fedelmente le indicazioni della terapia farmacologica prescritta.
Cistite attinica
Viene definita anche cistite radioterapica, poiché si manifesta in seguito a radioterapie eseguite sulla zona pelvica per il trattamento di forme di tumori alla prostata, alla vescica e al colon.
È stato dimostrato che il 20% dei pazienti che si sottopone a queste terapie risulta affetto dai classici sintomi della cistite, e di questi il 10% sviluppa forme gravi che possono portare anche a una cistite emorragica con presenza di sangue nelle urine.
La radioterapia infatti produce radiazioni ionizzanti che danneggiano le cellule malate, ma in alcuni casi colpiscono anche le zone limitrofe, provocando infiammazioni e piccole ulcere.
I sintomi sono gli stessi delle altre forme di cistite (pollachiuria, sensazione di dolore e bruciore durante la minzione), ma le cure sono più complesse perché in questo caso l’obiettivo è risanare le lesioni degli organi interni.
I rimedi più utilizzati sono l’acido ialuronico, assunto per via endovescicale o orale, o una terapia antibiotica eventualmente integrata con rimedi naturali.
Altre forme di cistite
Ci sono inoltre altri tipi di cistite che manifestano sempre gli stessi sintomi ma che sono caratterizzati da altri fattori:
- cistite da farmaci: si tratta di una cistite di origine né virale né batterica. Il motivo scatenante è l’assunzione di alcuni tipi farmaci, in particolar modo quelli chemioterapici;
- cistite da “luna di miele”: si tratta di un bruciore acuto nella parte interna dell’organo genitale femminile che si manifesta 24-72 ore dopo il rapporto sessuale. Il fastidio spesso è causato da una scarsa lubrificazione vaginale;
- cistite da stress: chiariamo subito che non è lo stress a provocare la cistite. Al massimo esso può portare a una condizione di abbassamento delle difese immunitarie e conseguentemente a una maggiore esposizione alle infezioni batteriche del tratto urinario.